Mi capita sempre più spesso di imbattermi sui social in post o video nei quali si esulta perché esistono prodotti vegani per cani e gatti.
Invece di prendere parte ai livorosi e, a volte, violenti battibecchi che si scatenano nei commenti, ho deciso di scrivere questo articolo.
Voglio provare a fare un po’ di chiarezza su questo argomento e aiutare a capire perché una dieta vegana per cane e gatto non è appropriata alla loro specie.
Una premessa molto importante
Prima di affrontare questo tema, che può suscitare non poche polemiche, lasciatemi sottolineare una cosa molto importante: io non mangio animali e sono antispecista, per cui comprendo molto bene la spinta etica ed emotiva dei vegani e/o vegetariani compagni di cani e gatti, che vorrebbero far seguire questa stessa alimentazione al loro amico a quattro zampe.
Ma cani e gatti sono carnivori, i primi detti “opportunisti“, i secondi detti “stretti” o anche “obbligati“.
Cosa significa “carnivoro opportunista” riferito al cane
Del cane si dice che sia onnivoro, ed è vero nella misura in cui può mangiare un’ampia gamma di alimenti, ma questo non vuol dire che possa restare in salute nutrendosi esclusivamente di vegetali, come vedremo più avanti.
La definizione “carnivoro opportunista” vuol dire che nel corso dei secoli, vivendo a stretto contatto con l’uomo, il suo organismo ha modificato la sua capacità di gestire gli amidi contenuti nei vegetali (cereali, patate, legumi), ma questa capacità resta limitata: da uno studio apparso su Nature nel 2013, che ha messo a confronto il DNA di 12 lupi e 60 cani di 14 razze diverse, è emerso che delle 36 regioni del genoma che separano i cani dai lupi, solo 10 geni con ruoli chiave nella digestione degli amidi e nel metabolismo dei grassi mostrano anche segnali di selezione.
Ci sono infatti ancora alcune razze che li tollerano male, tra cui quelle più “antiche” come Cane Lupo Cecoslovacco, Akita e Shiba Inu, Samoiedo, ma anche l’insospettabile Barboncino, e razze in cui è accertata l’intolleranza al glutine come Border Terrier e Setter Irlandese. [Per approfondire leggere questo articolo].
Cosa significa “carnivoro stretto” o “carnivoro obbligato” riferito al gatto
Il gatto domestico è una creatura che vede le sue origini nel deserto e ha mantenuto in gran parte la sua natura selvatica.
È definito un “carnivoro stretto” o “obbligato” perché il suo organismo è strutturato per digerire e assimilare un’alta quantità di proteine animali, gestisce molto male gli amidi, che non necessita affatto per restare in salute, come anche un eccesso di fibre, di cui una alimentazione a base vegetale sarebbe ricca.
Basta semplicemente porre attenzione sul fatto che se il gatto si nutrisse spontaneamente in natura assumerebbe questi ultimi due alimenti dalle minuscole interiora delle sue piccole prede, per cui non solo in quantità minime, ma anche predigerite dalle prede stesse.
Perché una dieta vegana per cane e gatto non è salutare
Le ragioni per cui una dieta vegana per cane e gatto non è salutare sono da ricercare oltre che nelle suddette difficoltà di gestire gli amidi, anche nella loro necessità di assumere dall’alimentazione alcuni amminoacidi essenziali, 10 il cane e 12 il gatto, che il loro organismo non è in grado di sintetizzare da solo, come invece avviene per gli amminoacidi detti non essenziali.
Tuttavia lo stato di salute di entrambi dipende dalla coopresenza e dal corretto equilibrio sia degli amminoacidi essenziali che di quelli non essenziali: se ne manca anche uno solo l’intero processo di costruzione proteica si blocca, quello mancante viene definito amminoacido limitante, perché non premette di usare nessuno degli altri amminoacidi disponibili.
È vero che alcuni amminoacidi sono presenti anche nei legumi, ingredienti alla base dei prodotti vegani per cani e gatti, ma in quantità minore e, soprattutto, non tutti.
Esemplare tra tutti è la taurina, estremamente importante per la salute dell’apparato cardio-circolatorio e una serie di altre funzioni, ed essenziale per il gatto [per chi volesse approfondire l’importanza della taurina per la salute di cane è gatto invito a leggere questo articolo]
La taurina si trova esclusivamente nei gamberetti, nelle vongole, nei tessuti e negli organi interni dei piccoli e grandi mammiferi, soprattutto nei topi, negli insetti, nelle uova.
Anche la lisina è poco presente nei legumi.
Inoltre i legumi presentano altri svantaggi:
- sono molto più complessi da processare per un apparato digerente come quello dei cani e dei gatti, perché contengono amilosio, una forma di amido che si digerisce meno facilmente (anche noi lo digeriamo con più fatica), rispetto all’amilopectina di cui sono invece ricchi i cereali;
- hanno un’importante presenza di fibre che spesso produce fenomeni fermentativi, un elevato quantitativo di feci, a volte poco formate, o diarrea e meteorismo, fino ad arrivare alla lunga all’insorgenza di disbiosi;
- contengono quantità abbastanza elevate di sostanze antinutrizionali, cioè che impediscono la corretta assimilazione e lo sfruttamento dei nutrienti da parte dell’organismo del cane e del gatto, tra cui la suddetta taurina, tanto che nel 2018 la FDA (Food and Drug Administration) ha aperto un’inchiesta *1 riguardo al sospetto che gli alimenti grain free, che spesso ne contengono molti, abbiano causato in numerosi animali una forma di cardiomiopatia dilatativa, dovuta all’azione antinutrizionale di questi ingredienti, e alle fibre che essi forniscono.
Un’alimentazione su sola base vegetale alla lunga può comportare gravi carenze che nel tempo possono manifestarsi con l’insorgere di patologie di vario genere tra le quali, per citarne alcune, disbiosi intestinale, pancreatite, insufficienza renale, patologie cardiache.
Gli effetti di una dieta non appropriata si riscontreranno con l’avanzare dell’età, incidendo anche sull’aspettativa di vita dell’animale.
Le ricerche in questo campo sono contrastanti perché mentre uno studio*2 pubblicato nel 2020 ha rilevato l’inadeguatezza dei prodotti vegani per cani e gatti, un altro*3 successivo, del 2021 e condotto dal prof. Andrew Knight, professore veterinario all’Università di Winchester, ha affermato che le sue ricerche dimostrano che cani e gatti nutriti con diete vegetali hanno avuto altrettanti benefici di quelli nutriti con diete a base di carne, a condizione che le diete vegane fossero state attentamente formulate e additivate con nutrienti sintetici (e gli additivi sintetici non vengono assimilati, né sfruttati dall’organismo oltre il 20%, perché non vengono riconosciuti come biologicamente compatibili, producendo così un carico di scorie da smaltire per reni e fegato).
Infatti la presidente della British Veterinary Association, Justine Shotton, in occasione della pubblicazione di questa ricerca ha dichiarato: “Non raccomandiamo di dare da mangiare a un cane una dieta vegana in quanto è molto più facile sbagliare l’equilibrio dei nutrienti piuttosto che farlo bene, portando a un rischio di carenze alimentari e malattie associate.“
La dottoressa Shotton aggiunto poi che qualsiasi modifica alle diete per animali domestici “dovrebbe essere intrapresa solo su consiglio di un veterinario con una conoscenza nutrizionale approfondita“, e che le persone hanno un dovere di diligenza “nei confronti del proprio animale domestico“, compresa la garanzia di una dieta adeguata.
Analizziamo alcune etichette di cibi vegani per cani e gatti attualmente in vendita
Allo scopo di rendere più completa questa riflessione sulla opportunità o meno di una dieta vegana per cane e gatto, analizziamo insieme alcune etichette dei prodotti in commercio.
Cominciamo con uno snack per i denti dei cani
Il primo ingrediente è la fecola di patate, tra gli altri compare poi la farina di lupino dolce, un legume.
Come ho avuto modo di spiegare in questo articolo sulla masticazione, alimenti del genere non sono utili alla pulizia dei denti perché i cani non hanno l’enzima per la digestione degli amidi nella saliva (che invece noi abbiamo) e gli amidi creano una sorta di pellicola che favorisce la formazione della placca e quindi del tartaro.
Durante la masticazione diventano tipo chewingum e vengono consumati molto velocemente, impedendo l’azione meccanica che permetterebbe la pulizia.
Sono inoltre totalmente a base di amidi, per cui assolutamente non idonei ad un carnivoro, per i motivi spiegati prima.
Possono provocare fermentazioni e meteorismo, con conseguenti dolori addominali e diarrea.
Le due etichette che seguono sono rispettivamente di una crocchetta e di un umido in lattina per cani.
Entrambe presentano altissime quantità di legumi, il secco in particolare ha il 50,9% di soia, che contendo dei fitoestrogeni è anche un interferente endocrino, vale ha dire può interferire con la produzione ormonale dell’animale, soprattutto se l’alimento viene somministrato quotidianamente e per lunghi periodi.
Cerchiata in azzurro noterete la presenza della taurina tra gli additivi nella seconda etichetta, che compare anche nell’etichetta successiva, relativa ad una crocchetta per gatti:
Come spiegato prima, la taurina si trova solo in fonti animali, dunque questo alimento NON è vegano.
Oltre a non essere appropriati a dei carnivori come cane e gatto, sono anche una presa in giro per chi li compra pensando che non ci siano componenti animali.
Per finire, due parole sul glutine di mais che compare come primo ingrediente nell’ultima etichetta: come molte proteine vegetali, cane e gatto non riescono quasi ad assimilarlo. Inoltre crea un residuo colloso che impedisce la diarrea, trattenendo nel corpo le sostanze inutilizzabili sotto forma di tossine, causando un notevole sovraffaticamento di reni e fegato.*3
Conclusioni sulla dieta vegana per cane e gatto
Pur comprendendo, come ho detto all’inizio, le motivazioni che possono spingere a valutare una dieta vegana per cane e gatto, la conclusione è che per questi animali è una dieta non appropriata alla loro specie.
La salute dei nostri amati amici a quattro zampe dipende esclusivamente dalla nostre scelte, e amarli significa prima di tutto rispettarne la natura e quindi scegliere in questo senso, anche se comporta andare contro i nostri principi e le nostre emozioni.
Nella valutazione dei prodotti in commercio possiamo fare attenzione che l’azienda che sceglieremo sia totalmente “cruelty free”, cioè non esegua esperimenti sugli animali (esistono aziende, anche molto famose, che fanno test su cani e gatti per verificare le reazioni ai loro prodotti), che non utilizzi ingredienti testati su animali, e che utilizzi carni di animali non provenienti da allevamenti intensivi, ma allevati liberi nel rispetto del loro ciclo vitale.
Se proprio è impossibile scendere a questo compromesso e si vuole seguire una dieta vegana per cane e gatto, proprio perché è un tipo di alimentazione molto distante da quella loro naturale, meglio farla stilare da un veterinario nutrizionista, che possa tenere l’animale ben monitorato.
La risposta può variare enormemente da un animale all’altro, quindi meglio non affidarsi a prodotti già pronti e standardizzati.
*1 https://www.fda.gov/animal-veterinary/news-events/fda-investigation-potential-link-between-certain-diets-and-canine-dilated-cardiomyopathy e https://www.fda.gov/animal-veterinary/science-research/vet-lirn-update-investigation-dilated-cardiomyopathy
*2 Nutritional inadequacies in commercial vegan foods for dogs and cats
*4 Jutta Ziegler veterinaria austriaca ne “Il libro nero dei veterinari – La medicina che fa ammalare gli animali” Macro Edizioni
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