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Gli amminoacidi essenziali per cane e gatto

amminoacidi essenziali per cane e gatto

Gli amminoacidi essenziali sono 10 per il cane e 12 per il gatto. Scopri quali sono, in quali alimenti si trovano, e cosa comporta la loro carenza.

Cosa sono gli amminoacidi essenziali

Gli amminoacidi sono gli elementi che costituiscono le catene che formano le proteine.

In natura conosciamo 20 amminoacidi proteinogenici (cioè che danno origine alle proteine), oltre ai due individuati di recente, selenocisteina e pirrolisina.

L’organismo degli esseri umani, dei cani e dei gatti è in grado di sintetizzare autonomamente solo alcuni amminoacidi che vengono definiti NON ESSENZIALI, mentre altri vanno necessariamente assunti con l’alimentazione e vengono perciò definiti amminoacidi ESSENZIALI, la loro carenza infatti porta a sviluppare patologie anche molto gravi.

Perché per cani e gatti è importante assumere tutti gli amminoacidi essenziali

Tutti gli amminoacidi essenziali e non, devono essere coopresenti e in equilibrio perché se ne manca anche uno solo l’intero processo di costruzione proteica si blocca.

Il nutriente mancante viene definito amminoacido limitante, perché non premette di usare nessuno degli altri amminoacidi disponibili.

Quali sono gli amminoacidi NON ESSENZIALI per cane e gatto

Gli amminoacidi non essenziali sono definiti quelli che, a partire da fonti di azoto e di carbonio, sono prodotti dall’organismo del cane e del gatto, e non devono essere assunti attraverso l’alimentazione.

Sono:

  • Alanina
  • Asparagina
  • Acido Aspartico
  • Cisteina
  • Glicina
  • Prolina
  • Acido Glutammico
  • Glutamina
  • Idrossilisina
  • Tirosina
  • Serina

Quali sono gli amminoacidi ESSENZIALI per cane e gatto

Per il cane gli amminoacidi essenziali sono 10, mentre per il gatto sono 12.

Ecco una tabella che illustra quali sono gli amminoacidi essenziali, quali sono le loro funzioni, cosa comporta la loro carenza e quali sono le fonti alimentari da cui è possibile assumerli.

amminoacidi essenziali per cane e gatto

L’importanza della qualità delle proteine e come valutarla

Il cibo di cani e gatti deve contenere tutti gli amminoacidi essenziali e nel giusto equilibrio, cosa non garantita dalla percentuale totale delle proteine che compare sulle etichette del cibo industriale tra i “Componenti analitici“.

La percentuale totale delle proteine grezze indicata tra i “Componenti analitici” è solo un numero che indica la quantità di azoto presente in quel dato prodotto, ma non ci dice niente sulla provenienza e sulla qualità delle proteine stesse.

Imparare a leggere l’etichetta ci aiuta a capire, attraverso la lista degli ingredienti, quali siano le fonti proteiche.

Il valore biologico

La qualità delle proteine è giudicabile grazie ad una serie di caratteristiche.

La prima con la quale vengono classificate è il loro “valore biologico”.

Questo valore viene calcolato in base:

  • a quali amminoacidi – essenziali e non essenziali – le costituiscono
  • al rapporto percentuale di questi amminoacidi
  • alla loro digeribilità (cioè quanto l’organismo riesce ad assimilarle ed utilizzarle)

ed esprime la capacità, più o meno elevata, di ogni proteina di soddisfare le necessità di una specie.

Per fare un esempio, le proteine dell’uovo sono fra quelle a più alto valore biologico in assoluto.

In questo elenco sono riportati i valori biologici di alcuni alimenti:

  • uovo: 100
  • carne di manzo: 85
  • pesce: 78
  • soia: 74
  • riso: 59
  • grano: 54
  • fagioli secchi: 34
  • patate: 34
  • gelatina di carne: 0

Come si vede le proteine di origine vegetale hanno un valore biologico più basso di quelle di origine animale (carne, pesce, uova di buona qualità), ma ci sono anche alcune fonti proteiche di origine animale (come la gelatina di carne) che non hanno nessun valore biologico.

Sono quelle che si ottengono dalle parti meno nobili o dagli scarti di macellazione – come i tessuti connettivi, i tendini, le unghie, i becchi, le piume e le penne – che molto spesso costituiscono la componente “proteica” di alimenti industriali di scarsa qualità destinati agli animali d’affezione.

La digeribilità

La digeribilità delle proteine e la capacità dell’organismo di un cane o di un gatto di assimilarle, è un’altro parametro per valutarne la qualità. Non tutte infatti, vengono digerite ed assimilate nella stessa misura. 

Le proteine vegetali sono in genere meno digeribili rispetto a quelle di origine animale, ma anche  fra queste ce ne sono di meno digeribili: quelle che compongono ossa, legamenti, tendini, pelle, unghie, zoccoli, becchi, piume e penne.

Alcune di queste parti, se assunte da una preda in natura, non sarebbero processate dall’organismo del cane e del gatto e sarebbero eliminate indigerite, inoltre il loro valore nutrizionale è scarsissimo rispetto alle proteine che costituiscono la carne, vale a dire i muscoli.

Nell’industria alimentare di cibo per cani e gatti questo tipo di proteine viene reso digeribile attraverso il processo dell’idrolisi chimico/meccanica o con lunghissime cotture che ne impoveriscono ulteriormente il valore biologico (in etichetta sono indicate come “proteine idrolizzate di…”). 

I trucchi nella produzione di cibo per animali d’affezione

Per gran parte delle grandi compagnie che producono pet food le proteine di derivazione vegetale e quelle idrolizzate di derivazione animale provenienti dagli scarti di macellazione, sono di gran lunga più economiche, ma permettono di aumentare la percentuale totale delle proteine in etichetta in maniera fuorviante.

Usando questo escamotage un alimento secco o umido risulterà essere composto da un’alta percentuale di proteine totale, la cui provenienza però sarà di scarsa qualità e non soddisferà adeguatamente il fabbisogno amminoacidico di animali carnivori come il cane o il gatto.

La presenza di proteine dall’alto valore biologico, provenienti da materie prima di qualità nella dieta quotidiana di cani e gatti è invece fondamentale per la loro salute a lungo termine.

Se si alimentassero in maniera autonoma, cacciando in natura, avrebbero disponibili tutti i nutrienti a loro necessari ben bilanciati.

Dal momento che invece la loro dieta dipende dalle nostre scelte, fornirgli un’alimentazione appropriata alla loro specie significa evitare che soffrano di dermatiti, gengiviti, intolleranze, o vadano incontro a malattie.

È vero che troppe proteine fanno male ai nostri animali?

Dipende dalla situazione di salute generale del singolo individuo.

Cane e gatto hanno un organismo predisposto a metabolizzare grandi quantità di proteine.

Ad oggi non ci sono studi scientifici che dimostrano che un’alta quantità di proteine possa danneggiare un organismo in generale, o i reni in particolare, di un animale carnivoro sano.

È invece riconosciuto che livelli elevati di proteine di alto valore biologico, che vengono assimilate meglio e producono meno scarti (e dunque meno danni), non solo sono essenziali per la crescita in salute dei nostri amici carnivori, ma hanno effetti benefici durante tutta la loro esistenza.

Cosa succede se non si soddisfa il fabbisogno proteico

La percentuale delle proteine assunte in quantità superiore al fabbisogno dell’animale viene utilizzata per produrre energia o immagazzinata sotto forma di grassi. 

Al contrario un basso contenuto di proteine nella dieta del cane può avere effetti sulla sua salute che vanno dal pelo opaco, secco e ruvido, bassa energia e problemi della pelle a condizioni più gravi, come la compromissione dello sviluppo muscolo-scheletrico. 

Nel gatto invece un basso apporto di proteine spinge l’organismo ad intaccare le riserve di grasso del corpo per produrre l’energia di cui ha bisogno.

I grassi (lipidi) si accumulano nel fegato che non è strutturato per la loro trasformazione in energia, portandolo con il tempo alla lipidosi epatica, una condizione molto pericolosa se non diagnosticata in tempo, perché può portare all’insufficienza epatica e diventare letale.

Per questo motivo il cibo per cani, che generalmente ha una percentuale di proteine inferiore, non è appropriato per un gatto, oltre a contenere delle percentuali troppo alte di carboidrati (l’alimentazione corretta di un gatto non dovrebbe contenerne più del 2% del totale).

In conclusione

Per essere certi di fornire al nostro cane o gatto il giusto fabbisogno di proteine e il giusto equilibrio di amminoacidi essenziali che le costituiscono, bisogna imparare a valutare dall’etichetta la qualità delle materie prime di provenienza. 

Se vuoi avere una guida “pronto uso” puoi scaricare gratuitamente la “Guida rapida alla lettura dell’etichetta”.

In caso invece tu voglia analizzare l’etichetta del cibo che compri in maniera più approfondita, possiamo farlo insieme con una consulenza gratuita.

Puoi richiederla utilizzando il modulo presente nella pagina dei “Contatti”, o scrivermi all’indirizzo info@secondinaturapetfood.it.

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Valeria De Riso

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