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L’importanza della taurina nella dieta del cane e del gatto

taurina

Nell’alimentazione di un carnivoro gli amminoacidi sono fondamentali per il mantenimento di un buono stato di salute. La taurina è uno dei più importanti. Vediamo perché.

Che cos’è la taurina

La taurina è un amminoacido sintetizzato principalmente nel fegato e nel sistema nervoso centrale

Svolge all’interno dell’organismo del cane e del gatto numerose funzioni:

  • è fondamentale nella sintesi degli acidi biliari, essenziali per la digestione dei grassi e l’assorbimento delle vitamine liposolubili;
  • regola il calcio presente all’interno delle cellule; 
  • regola il corretto funzionamento del tessuto muscolare;
  • è responsabile del corretto sviluppo dei tessuti nervosi;
  • è responsabile del mantenimento della salute degli occhi;
  • è responsabile delle corrette funzioni cardiache;
  • mantiene in salute il sistema digestivo;
  • nella femmina del gatto, ha un importante ruolo a livello riproduttivo;
  • è importante per la sintesi dell’ossido nitrico, un potente agente vasodilatatore.

Dove si trova la taurina

La taurina è abbondante nei tessuti della maggior parte dei piccoli animali, come pesci, uccelli e roditori (il topo contiene una quantità molto elevata di taurina rispetto ad altri tipi di carne: circa 2,4 mg per grammo), e in concentrazioni più basse in animali più grandi, come ad esempio i bovini, ma anche nelle uova e nelle interiora e organi come cervello, fegato e cuore, soprattutto di pollo e di manzo. È inoltre presente ad alti livelli negli insetti (ecco perché i gatti amano cacciarli).

È meno rilevabile nei vegetali, si trova infatti solo nelle alghe rosse (Lithotamnium calcareum), ma non in quelle marroni o verdi, e in piccolissime tracce nelle noci.

Questo amminoacido se viene esposto a temperature elevate si deteriora.

La taurina nell’alimentazione del gatto

La taurina è considerata un amminoacido essenziale per il gatto il cui organismo, essendo l’attività dei suoi enzimi epatici molto bassa, non è in grado di sintetizzarlo in quantità sufficienti al suo fabbisogno, per cui deve necessariamente assumerlo attraverso l’alimentazione.

Non esistono molti studi clinici sul bisogno giornaliero di taurina nella dieta di un gatto, perché ci vogliono anni per riscontrare i risultati di una dieta carente di taurina. 

Tuttavia si è osservato che i gatti a cui è stata somministrata in dosi di  500 mg per kg di cibo nella dieta quotidiana non hanno mostrato segni di carenza, mentre a dosi più elevate, i ricercatori hanno visto un leggero miglioramento nella riproduzione.

Al contrario la dose di 250 mg è risultata essere troppo bassa e causa di anomalie cardiache.

La carenza di questo amminoacido può comportare malattie cardiache a livello del miocardio, provocando la dilatazione dei ventricoli, la diminuzione della contrattilità muscolare, alterazioni nell’attività riproduttiva (soprattutto nelle femmine), una diminuzione dell’assorbimento dei grassi e delle vitamine liposolubili – a causa della mancata sintesi degli acidi biliari – e una degenerazione della retina che può portare alla perdita della vista.

Viceversa anche un eccesso può avere risvolti negativi come ipertensione, eccitabilità nervosa, ulcere, allergie, pruriti, disturbi gastrointestinali.

L’integrazione di questo amminoacido nella dieta del gatto fa bene, soprattutto se il gatto è alimentato con il cibo commerciale di bassa qualità e lavorato ad alte temperature, che lo deteriorano.

Tuttavia va fatta con criterio, seguiti da un nutrizionista che calibri con attenzione i dosaggi e, soprattutto, evitando i prodotti di sintesi, ricchi di additivi tossici e non biodisponibili per l’organismo, che non riconoscendoli come biocompatibili ne assimila e ne sfrutta solo una piccolissima percentuale.

La taurina nell’alimentazione del cane

La taurina per il cane non è considerato un aminoacido essenziale, vale a dire che non deve obbligatoriamente assumerlo con gli alimenti, essendo in grado di sintetizzarlo a livello epatico dagli amminoacidi solforati metionina e cisteina.

Tuttavia bassi livelli di cisteina e metionina nella dieta potrebbero causare una deficienza di taurina. 

Pur non essendo considerato un amminoacido essenziale per il cane la carenza nutrizionale di taurina è associata nei cani allo sviluppo di numerose patologie, come affezioni oculari, crescita ritardata, disfunzioni del sistema nervoso centrale, malformazioni scheletriche e disfunzioni del sistema immunitario, ma la principale è la cardiomiopatia dilatativa, che è la perdita di capacità di contrazione del cuore, che non riesce più a pompare sangue nelle arterie con la giusta pressione.

Sebbene non sia chiara l’esatta origine della malattia, la cardiomiopatia dilatativa insorge principalmente a causa di una certa predisposizione genetica, anche correlata alla dieta, infatti alcune razze sembrano essere meno efficienti nel trasformare cisteina e metionina in taurina, risultando più vulnerabili. 

Le razze in cui si manifesta più di frequente questa patologia sono: 

San Bernardo, American Cocker Spaniel, Golden retriever, Labrador, Setter inglese, Terranova, per i quali un’integrazione di taurina potrebbe svolgere un ruolo preventivo. 

Esiste anche un test da poter effettuare per controllare i livelli di taurina,  quindi chi possiede un esemplare di una razza a rischio potrebbe testare il proprio cane.

Anche i cani che svolgono attività impegnative, come i cani atleti o da lavoro intenso, nei periodi di maggior dispendio energetico potrebbero avere un fabbisogno di taurina più elevato. Secondo la dottoressa Lucia Casini, Professore di nutrizione veterinaria all’Università di Pisa, per un cane atleta di 20 kg potrebbe essere opportuna un’integrazione di 500 mg al giorno in quei periodi.

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che esiste un’associazione fra livelli insufficienti di taurina e tipo di alimentazione del cane.*1 È stato osservato che le diete che portano alla carenza di taurina sono quelle che contengono una scarsa quantità di proteine.

Le diete casalinghe, cotte o crude, se improvvisate e non correttamente bilanciate in tutti i nutrienti possono portare all’insorgenza della malattia, ecco perché è sempre bene in questi casi farsi seguire da un nutrizionista.

Per quanto riguarda l’alimentazione commerciale con crocchette, il numero maggiore di casi di cardiomiopatia dilatativa si è verificato fra i cani che consumavano crocchette grain free, cioè senza cereali, e che in etichetta avevano i legumi in grandi quantità magari frazionati in tante voci diverse (lenticchie rosse, piselli verdi, lenticchie verdi, piselli gialli ecc.). 

Un’allevatrice americana di setter, la signora Sally Gift, ha pubblicato qualche anno fa la storia del suo cane a cui era stata diagnosticata un’insufficienza cardiaca congestizia, alla quale era arrivato a causa di una cardiomiopatia dilatativa (DCM).

In seguito al consiglio del cardiologo di controllare i livelli ematici di taurina, lei aveva controllato il suo cane e tutti gli altri setter di sua proprietà e il risultato fu che i livelli di taurina erano bassi in tutti quelli che alimentava con un mangime grain free ritenuto ottimo, mentre erano normali in quelli che mangiavano crocchette che si potrebbe definire “normali”.

Per un ulteriore approfondimento sulla questione della correlazione tra alimentazione, carenza di taurina e cardiomiopatia dilatativa ti suggerisco di leggere anche l’articolo sugli alimenti grain free, nel quale sono riportati i risultati di una indagine in proposito svolta nel 2018 dall’FDA.

In conclusione

La scelta della giusta alimentazione per il cane e per il gatto è qualcosa di un po’ più complesso di quanto si possa credere.

L’alimentazione fresca, che sia casalinga o BARF, è quella senz’altro più indicata perché quella che più si avvicina ad una preda, ma non va assolutamente improvvisata: per evitare errori in eccesso o in difetto, è importante farsi seguire da un veterinario esperto in nutrizione, quello generico non basta, ci vuole lo specialista.

Non potendo scegliere questo tipo di diete e volendo ricorrere al commerciale è fondamentale avere gli strumenti per farlo con consapevolezza e in autonomia: imparare a leggere le etichette è quello principale.

Se vuoi avere sempre a portata di mano una sintesi di quello che bisogna sapere per analizzare un’etichetta puoi scaricare gratuitamente la “Guida rapida alla lettura dell’etichetta” cliccando sul pulsante qui sotto

In alternativa, se vuoi un’analisi più approfondita dell’etichetta del cibo che stai attualmente usando, puoi richiedermi una consulenza, gratuita e non impegnativa, riempendo il modulo nella pagina dedicata alla “Consulenza alimentare“, o scrivendomi all’indirizzo info@secondonaturapetfood.it.

Sarò felice di aiutarti.


Note

*1 J.L Kaplan, J.A. Stern et al. Taurine deficiency and dilated cardiomyopathy in golden retrievers fed commercial diets. PlosOne December 2018

The World Small Animal Veterinary Association. Global Nutrition Committee: Recommendations on selecting pet foods (2018). https://www.wsava.org/WSAVA/media/PDF_old/WSAVA-Global-NutritionToolkit_0.pdf. Accessed July 23, 2018.

Ko KS, Fascetti AJ. Dietary beet pulp decreases taurine status in dogs fed low protein diet. J Anim Sci Technol. 2016 Aug 2; 58:29. https://doi.org/10.1186/s40781-016-0112-6 PMID: 27489723

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Valeria De Riso

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