Quante volte vi siete chiesti se il cane può mangiare i carboidrati e in che quantità?
Cerchiamo di capire insieme come il cane gestisce questi alimenti e quali sono le problematiche che possono emergere.
Indice dei contenuti
Cosa sono i carboidrati
I carboidrati (detti anche glucidi) sono formati da carbonio, idrogeno e ossigeno, sono la fonte primaria di energia per l’organismo dell’uomo e sono contenuti negli alimenti di origine vegetale, tra i quali i cereali sono quelli che ne contengono in maggior quantità.
I carboidrati possono essere divisi in due categorie: semplici e complessi.
I carboidrati semplici, si trovano nel miele, nello zucchero, nel latte e nella frutta, e sono fruttosio, saccarosio e lattosio. Vengono immediatamente assorbiti dall’intestino tenue e convertiti in glucosio.
I carboidrati complessi si suddividono in amidi e fibre e richiedono dei processi digestivi più lenti.
Gli amidi, che si trovano nei cereali, nei legumi, nelle patate e nelle verdure, devono essere scissi dall’amilasi, un enzima prodotto dal pancreas (e nell’uomo presente anche nella saliva) per poter essere assorbiti.
Le fibre, solubili come la pectina e insolubili come la cellulosa, che si trovano soltanto negli alimenti vegetali, provengono dalle parti non digerite dagli enzimi intestinali, e nei carnivori hanno essenzialmente funzione di prebiotici, cioè sono nutrimento per i batteri del microbiota intestinale (l’insieme dei batteri, funghi, virus e protozoi che compongono la flora intestinale).
Il cane può mangiare i carboidrati?
La risposta alla domanda se il cane può mangiare i carboidrati è “Nì“, nel senso che dipende. Mi spiego.
Il cane viene definito un carnivoro opportunista, perché di base è carnivoro, ma riesce a tollerare anche piccole quantità di altri alimenti, tra cui gli amidi.
Avendo come antenato il lupo, pur convivendo con l’uomo da migliaia di anni, sono cambiati il suo aspetto e le sue abitudini, ma il suo apparato digerente non si è modificato in maniera così radicale come si è comunemente portati a pensare.
Da uno studio apparso su Nature nel 2013, che ha messo a confronto il DNA di 12 lupi e 60 cani di 14 diverse razze, è emerso che delle 36 regioni del genoma che separano i cani dai lupi, solo 10 geni con ruoli chiave nella digestione degli amidi e nel metabolismo dei grassi mostrano anche segnali di selezione.
Dopo anni a contatto con l’uomo, rispetto al lupo, anche se si è leggermente modificata la capacità del cane di gestire gli amidi, ci sono infatti ancora alcune razze che li tollerano male, tra cui quelle più “antiche” come Cane Lupo Cecoslovacco, Akita e Shiba Inu, Samoiedo, ma anche l’insospettabile Barboncino, e razze in cui è accertata l’intolleranza al glutine come Border Terrier e Setter Irlandese.
L’organismo del cane (e ancora di più quello del gatto) non è predisposto fisiologicamente alla digestione degli amidi perché non ha l’amilasi salivare (enzima digestivo presente nella nostra saliva), mastica poco e ha un tratto gastrointestinale breve per terminare velocemente la digestione della carne.
La digestione degli amidi è a carico dell’amilasi secreta dal pancreas, ma questa capacità varia da cane a cane.
Dunque l’alimentazione del cane deve essere principalmente a base di carne, anche perché metabolizza il glucosio, cioè lo zucchero necessario al fabbisogno energetico, a partire dai grassi e, soprattutto, dalle proteine; le quantità di carboidrati invece dipendono dallo stato del singolo individuo.
È dunque vero che i carboidrati fanno male al cane?
Una dieta povera o priva di carboidrati può migliorare lo stato di salute del cane, anche se non ha particolari difficoltà a digerirli, perché non ne ha un reale bisogno, ma dire che è non può mangiarli è inesatto, è invece più corretto affermare che la loro assunzione va regolata, e in alcuni casi limitata.
Un cane con problemi gastroenterici, per esempio, potrebbe avere difficoltà a digerire gli amidi.
La veterinaria Susan G. Wynn, specializzata in alimentazione clinica e medicina olistica, sostiene che “Anche se i cani non hanno bisogno dei carboidrati presenti in cereali, patate o altri cibi, ci sono alcuni esempi in cui i cani potrebbero trarre beneficio dalla loro presenza“.
In alcuni casi di cani o gatti affetti da alcune patologie per evitare che le proteine contenute nell’alimentazione vengano usate come fonte energetica1*, viene consigliata la somministrazione di carboidrati, ma naturalmente è un’integrazione della dieta che va stabilita con attenzione da un nutrizionista professionista.
Quando gli amidi (pasta, riso, patate ecc.) vengono cotti subiscono un processo detto gelatinizzazione che li rende più digeribili. Quando si raffreddano avviene un altro processo detto retrogradazione che li rende molto meno digeribili e assimilabili (per questo sarebbe meglio non somministrare le patate fredde di frigo o il riso sciacquato al cane).
Molti studi hanno rilevato i benefici dell’amido resistente (cioè quello che ha subito retrogradazione) che assume un ruolo di prebiotico per il microbiota intestinale, diventa cioè nutrimento del microbiota.
Se il cane può mangiare i carboidrati, quali sono?
In una dieta normale i carboidrati non dovrebbero superare il 20% del totale del pasto, in alcuni casi anche il 5% – 10% sarà sufficiente, e andranno forniti come accompagnamento alla carne che è la fonte primaria delle proteine, assolutamente indispensabili nella dieta del cane, perché in grado di fornirgli tutti gli amminoacidi essenziali.
Il cane può mangiare i carboidrati seguenti.
La pasta
È possibile dare la pasta al nostro cane, ma non deve essere scotta, perché l’eccessiva esposizione al calore rende l’amido indigeribile, invece va cotta “il tempo indicato sulla confezione più qualche minuto“.
Il riso e gli altri cereali (orzo, farro, grano, mais) o pseudo cereali (miglio, quinoa, sorgo, grano saraceeno)
Sul riso e i cereali in chicco ci sono opinioni contrastanti tra gli esperti in nutrizione e i veterinari, perché il cane tende a non masticare e potrebbe non digerire completamente i piccoli chicchi.
Il riso da preferire è il basmati (o venere o rosso), perché contiene meno amido e ha un indice glicemico più basso. Va sciacquato prima della cottura e andrebbe cotto per assorbimento, così come il miglio, il sorgo e la quinoa; gli altri cereali richiedono una lunga cottura.
Il riso una volta cotto non va sciacquato, ma lasciato raffreddare naturalmente e non eccessivamente (per il fenomeno della retrogradazione spiegato sopra, che lo renderebbe poco digeribile).
Da preferire il riso biologico perché numerosi studi hanno rilevato una preoccupante presenza di arsenico. *2
Le patate
Le patate vengono considerate tra i carboidrati in quanto fonte di amido, anche se bisogna tenere in considerazione che apportano una buona quota di fibre. Vanno bollite, anche con la buccia in modo da mantenere i principi nutritivi, e ridotte in purea.
Anche le patate non andrebbero somministrate fredde di frigo, per via delle retrogradazione dell’amido.
E i legumi?
Prima di chiudere l’elenco va fatta una doverosa specifica sui legumi, anch’essi fonte di amidi, dunque di carboidrati.
La presenza di legumi nella dieta di un cane deve essere ridotta, perché sono molto più complessi da processare per il suo apparato digerente, in quanto contengono amilosio, una forma di amido che si digerisce meno facilmente (anche noi lo digeriamo con più fatica), rispetto all’amilopectina di cui sono invece ricchi i cerali.
Inoltre i legumi contengono quantità abbastanza elevate di sostanze antinutrizionali, che impediscono la corretta assimilazione e lo sfruttamento dei nutrienti da parte dell’organismo del cane, oltre ad avere una importante presenza di fibre che spesso producono fenomeni fermentativi, un elevato quantitativo di feci, a volte poco formate, o diarrea meteorismo e flatulenza, fino ad arrivare alla lunga all’insorgenza di disbiosi.
(A questo proposito ti suggerisco di leggere l’articolo sugli alimenti “Grain free”, spesso molto ricchi di legumi, e sulla loro correlazione con la cardiomiopatia dilatativa).
Cosa provoca l’eccesso di carboidrati?
Un’eccessiva quantità di carboidrati nella dieta di un cane sottopone il pancreas a un super lavoro per riuscire a metabolizzarli.
La parte non convertita in energia viene accumulata sotto forma di glicogeno nel fegato e nei muscoli, ma soprattutto nel corpo sotto forma di grasso.
A lungo andare una dieta sbilanciata a favore dei carboidrati può portare ad un innalzamento dei livelli di insulina che avrà come conseguenza problemi cronici come il diabete, e secondo il Dr. Gregory Ogilvie, veterinario della Colorado State University, ad un’accelerazione dei processi di sviluppo dei tumori.
In conclusione
I carboidrati non sono necessari nella dieta di un carnivoro come il cane, seppure il suo apparato digerente riesca a gestirne una certa quantità.
Questa quantità varia da cane a cane, come anche la già citata dottoressa Wynn dice: “Cani diversi digeriscono i cereali in modi diversi. Alcuni cani hanno feci di ottima qualità quando mangiano cereali, altri no. Come specie, il cane domestico non ha un unico profilo nutrizionale lineare.”
La dieta migliore è una questione individuale, non è detto che il cibo adatto al cane di un amico vada bene anche per il nostro.
Nel caso si segua una dieta naturale con cibo cucinato da noi o BARF, seguiti da un esperto in nutrizione, sarà semplice bilanciare bene tutti gli ingredienti necessari al fabbisogno specifico del nostro cane.
Se si opta per un cibo commerciale c’è il rischio che, soprattutto nel secco, la presenza dei carboidrati sia eccessiva, perché costano meno della carne e saziano velocemente: imparare a leggere le etichette ci aiuterà a capire che quantità di carboidrati sono presenti in un determinato prodotto, e sarà la giusta strategia, insieme all’ informarsi sul produttore e osservare il nostro cane, per capire cosa è più adatto a lui.
Cercare il cibo migliore che possiamo permetterci risparmierà a noi e a lui visite dal veterinario, preoccupazioni e sofferenze.
Se vuoi imparare a leggere le etichette, puoi scaricare gratuitamente la “Guida rapida alla lettura dell’etichetta” cliccando sul pulsante qui sotto
In alternativa, se vuoi un’analisi più approfondita dell’etichetta del cibo che stai attualmente usando, puoi richiedermi una consulenza gratuita e non impegnativa riempendo il modulo nella pagina dedicata alla “Consulenza alimentare“, o scrivendomi all’indirizzo info@secondonaturapetfood.it.
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