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Il cane in barca a vela

cane in barca a vela

È possibile fare una vacanza con il cane in barca a vela? Quali sono le cose a cui prestare attenzione? di cosa ha bisogno?

Il cane in barca 

Molto spesso le persone si meravigliano del fatto che viviamo su una barca a vela, ancora di più quando scoprono che con noi a bordo c’è un cane grande come Kiba. 

Inoltre ricevo molte domande su come è la sua vita in barca, se si sente a proprio agio, come gestiamo le sue necessità.

Non sono domande a cui si può rispondere con un “Vademecum generico della gestione dal cane in barca”, perché ogni cane è a sé esattamente come le persone, inoltre dipende anche da che tipo di barca è quella su cui si ha intenzione di portarlo: si può andare dal gozzo al catamarano di 50 piedi!

C’è una bella differenza di spazi e di volumi. 

Naturalmente tutto sarebbe più semplice se il cane fosse un cucciolo: si avrebbe il tempo di farlo abituare in una fase della sua vita in cui più esperienze fa, maggiori saranno le sue competenze e la sua adattabilità.

Ma potrebbe capitarti di voler portare con te in barca un cane già adulto. Come fare in questo caso?

Cercherò di dare delle indicazioni di carattere generale basandomi sulla nostra esperienza con Kiba, meticcia di 4 anni adottata in canile e salita a bordo quando aveva un anno e mezzo circa, e immaginando una situazione media, su una barca a vela come la nostra – 16 metri e pozzetto centrale.

Ho letto numerosi articoli sull’argomento “Cane in barca”, e tutti si focalizzano sulla sicurezza. Certamente è molto importante, ma a mio parere ci sono due cose che lo sono molto di più e sono propedeutiche alla sicurezza: il tipo di esperienze che il cane ha fatto in precedenza e la relazione che abbiamo con lui.

cane in barca a vela

L’importanza dell’esperienza

Un cane può essere amante dell’acqua, ma non necessariamente sentirsi al sicuro su una barca per questo.

Quando Kiba è venuta a vivere con noi sapevamo che era una grande amante dell’acqua, ma non potevamo prevedere come avrebbe reagito ad un ambiente così diverso dalla strada e dal canile, gli unici due che aveva conosciuto nel suo primo anno e mezzo di vita.

Ha mostrato fin da subito grandi doti di adattabilità, nessuna paura nel saltare sulla passerella distante dal pontile, nessuna difficoltà a scendere da sola sottocoperta, né a risalire la scaletta per uscire. Ma non è detto che tutti i cani si comportino in questo modo.

La barca è instabile ed è la prima cosa che il tuo cane sperimenterà, e se questo lo renderà agitato e insicuro certamente per lui non sarà un’esperienza piacevole e difficilmente vorrà ripeterla. Ci sono cani che hanno paura anche semplicemente camminando su un pontile galleggiante!

Prima di portarlo in mare aperto sarà bene fargli passare del tempo a bordo mentre la barca è all’ormeggio. Avrà così la possibilità di abituarsi in maniera graduale, cominciando con pochi minuti per arrivare alle ore, e potrà esplorarla a suo piacere annusando qui e là in totale sicurezza.

La barca deve diventare un posto familiare, dove lui si sente a suo agio, ed anche il rollio deve essere percepito come qualcosa di normale.

Per quanto il cane abbia un buon equilibrio, sulla coperta può scivolare facilmente, e non ha la possibilità di aggrapparsi ai tientibene come facciamo noi: una rete di sicurezza lungo le draglie – soprattutto se è di piccola taglia – limiterà il pericolo di una caduta fuori bordo.

Meglio che indossi una pettorina e non un collare che può – in caso si impigli da qualche parte – diventare molto pericoloso. La pettorina aiuterà anche in caso lo si debba recuperare in acqua.

Esistono in commercio anche dei giubbotti di salvataggio che il cane può indossare se c’è vento forte e mare mosso.

In casi come questo la cosa migliore sarebbe che il cane restasse sottocoperta in modo da non ostacolare le manovre, anche perché risentirebbe della nostra eventuale agitazione; se non è possibile, dovrà rimanere nel pozzetto, assicurato da qualche parte con il guinzaglio se è piccolo, in modo che non finisca accidentalmente fuoribordo.

L’ideale sarebbe che una delle persone presenti lo tenga d’occhio e lo tranquillizzi.

Kiba che non è un cane appiccicoso o che richiede la vicinanza di continuo, se c’è mare mosso, cerca il contatto, le basta stare vicina ad uno di noi e si addormenta tranquilla.

cane in barca a vela
In navigazione, nel pozzetto, per stare al sicuro dal mare mosso

Le prime uscite in mare dovranno essere brevi, per osservare il comportamento del cane in barca e le sue reazioni alla nuova esperienza. 

Anche il cane, come noi, può soffrire il mal di mare così come soffre il mal d’auto: soprattutto se si tratta della prima volta sarà bene farlo mangiare almeno 4 ore prima di uscire in mare o non dargli la porzione intera del pasto previsto. 

In base alla nostra esperienza con Kiba, prendere una decisione sulla questione “stomaco vuoto o pieno” dipende molto da due fattori: il tipo di cibo e l’abitudine.

La prima volta che siamo usciti in mare con lei, ancora non mangiava quello che mangia ora, e nonostante avesse avuto il suo pasto del mattino quasi 6 ore prima di prendere il largo, dopo poco vomitò tutto: le crocchette erano intatte!!! Nei giorni successivi non è più accaduto perché si è abituata al movimento. 

Da quando abbiamo cambiato cibo – quello che mangia adesso è estremamente digeribile – non ha avuto più problemi, nemmeno in occasione della prima uscita primaverile dopo la pausa all’ormeggio invernale, che può capitare dia noia anche a noi. 

Dunque fare esperienza in maniera graduale prima di fare una vacanza in barca a vela è fondamentale: abitudine al movimento e tipo di cibo influenzeranno la reazione del cane al rollio. 

L’importanza della relazione tra noi e il nostro cane in barca

La nostra relazione con il cane è inscindibilmente connessa con la sua sicurezza a bordo, perché quest’ultima dipende da quanto siamo in grado di comunicare con lui, di farci ascoltare e di trasmettergli tranquillità.

Se noi siamo in ansia o agitati, lui sarà in ansia e agitato, per cui la prima regola è stare rilassati! Non farsi prendere da preoccupazioni e paure legate alla sua presenza a bordo, ma godersi questa esperienza insieme. 

Se abbiamo costruito una buona relazione e capacità di comunicare con lui, ci ascolterà e risponderà ai nostri richiami nei momenti in cui ci accorgeremo che sta per fare qualcosa che può metterlo in pericolo: l’obiettivo deve essere quello di limitare al minimo, se non annullare, i potenziali pericoli, ma senza ansia. 

Potrebbe, per esempio, volerti seguire a prua mentre dai fondo all’àncora: se avrete costruito una buona comunicazione sarà facile fargli capire che deve rimanere in pozzetto o aspettare fermo, abbastanza lontano da non intralciare te e non farsi male lui.

In generale, dopo un breve periodo di adattamento, il cane si trova a proprio agio in un ambiente ristretto come la barca, perché lui semplicemente è felice di stare con noi, e non ha bisogno di grandi spazi dove passare la giornata (discorso diverso quando si tratta di passeggiate!) 

Fare attenzione ai suoi movimenti e presenza faranno il resto, proprio come avverrebbe se andassimo a fare una passeggiata in montagna o in un posto sconosciuto a entrambi.

Sicurezza del cane in barca

Ho già parlato dell’esistenza dei giubbotti salvagente per cani e della rete lungo le draglie. C’è da fare attenzione però anche alle temperature e all’esposizione al sole.

Il cane regola la sua temperatura corporea in modo diverso da noi, è bene che abbia sempre un posto all’ombra, magari ventilato, dove poter ripararsi. 

cane in barca a vela

Attenzione anche al ponte che potrebbe essere troppo caldo e ustionargli i polpastrelli delle zampe, che possono essere protetti con creme apposite che non ungono

È bene che il cane in barca indossi sempre una medaglietta di riconoscimento con un numero di telefono in caso di caduta accidentale come è capitato a Zuko, un cagnolino che era in barca con il suo padrone in Florida.

Inoltre è molto importante che il cane abbia acqua fresca sempre a disposizione perché si idrati adeguatamente.

La gestione dei bisogni del cane in barca

Le necessità del cane in barca riguardo le uscite sono identiche a quelle di un cane che vive in una casa. Avrà bisogno di andare a terra almeno due volte al giorno e di fare belle corse e passeggiate.

Durante i mesi in cui navighiamo, raramente andiamo nei porti e in genere scegliamo della baie riparate dove calare l’àncora e passare la notte. Le nostre navigazioni, salvo rare eccezioni, sono sempre abbastanza brevi da permetterci di portare Kiba a terra con frequenza, usando il tender.

Spesso ci troviamo in posti dove le spiagge non sono raggiungibili via terra, dunque abbastanza solitarie. Facendo attenzione che non ci sia fauna “predabile” o persone che potrebbero essere disturbate dalla sua presenza, la lasciamo libera di correre, fare il bagno e annusare dove vuole, rimuovendo SEMPRE le sue deiezioni. 

Molti preferiscono insegnare al proprio cane a sporcare a bordo su tappetini di erba sintetica o traversine. È una cosa comoda nel caso si debbano affrontare navigazioni lunghe, ma è più semplice insegnarla al cane quando è cucciolo e in ogni caso non deve essere una sostituzione della passeggiata che andrà fatta a terra il prima possibile: è uno dei bisogni base del cane. 

Nel nostro caso, per quanto abbiamo provato a farle capire che volendo può liberarsi sul ponte, Kiba si rifiuta. Lo ha fatto solo una volta che stava male (aveva rubato un enorme pezzo di tonno lessato e messo a scolare per essere conservato sott’olio, dunque pieno di sale!).

Quella volta l’abbiamo riempita di lodi e feste, ma non è servito a farle fare la pipì durante una navigazione inaspettatamente più lunga del previsto.

Quindi prima di pensare di portare il tuo cane a bordo per più giorni, valuta che non è detto che si abitui a sporcare a bordo e che dovrai organizzarti per fargli fare i suoi bisogni – oltre che le sue passeggiate – a terra tutti i giorni più volte al giorno.

Occhio anche a quando ormeggerai in un Marina: è facile che il cane appena a terra farà i suoi bisogni, sii pronto a pulire! 

La maggior parte dei cani che vivono a bordo delle barche riescono a capire che i pontili non sono un buon posto dove sporcare, ma non è così scontato che ci riescano tutti e sempre.

Tra i bisogni del cane però non ci sono solo quelli fisiologici, ma anche quelli del gioco e dell’appartenenza: deve poter fare le cose con noi, una di queste è il bagno in mare.

Kiba, se ne ha voglia, fa il bagno con noi, non solo quando andiamo in spiaggia, ma anche quando siamo nelle baie all’àncora. Non le abbiamo insegnato a tuffarsi direttamente dalla barca per due motivi: il primo è una questione di sicurezza, vogliamo evitare che si tuffi in momenti poco opportuni; il secondo è che se vogliamo allontanarci a fare snorkeling è meglio che lei resti all’ombra a bordo, con l’acqua fresca a disposizione, invece che stare sotto il sole sul tender.

Inoltre la nostra barca non ha la scaletta sulla poppa, che è molto alta: è impossibile risalire a bordo da lì, sia per lei che per noi.

Ci sarebbero delle soluzioni possibili, utilizzando degli speciali tappetini galleggianti che permettono al cane di risalire a bordo, ma hanno dei costi piuttosto elevati.

Noi abbiamo risolto il problema del bagno dalla barca insegnandole a tuffarsi in acqua dal tender o dal SUP, sui quali risale facilmente con un piccolo aiuto da parte di uno di noi, e poi da lì sulla barca.

cane in barca a vela

Cure base del cane in barca

Il cane dovrà avere la sua ciotola dell’acqua fresca sempre a disposizione (noi ne abbiamo una nel pozzetto e una sottocoperta, in bagno). 

È bene che abbia anche un paio di “posti sicuri”, posti dove si senta a suo agio e possa rilassarsi, uno in coperta e uno sotto coperta, possibilmente con il bordo alto o allestita in uno spazio che lo “contenga” in caso di rollio. 

cane in barca a vela

Per il resto anche in barca, come in casa, il cane troverà anche da solo un posto confortevole di suo gradimento, dove si sentirà tranquillo.

Kiba ha i suoi “posticini” preferiti – che cambiano con il cambiare delle temperature –  e i suoi cuscini personali, anche se spesso preferisce usare i nostri!

È inoltre un bene non modificare le abitudini alimentari del cane, quindi approvvigiona la cambusa anche per lui con del cibo facile da conservare, che sia digeribile e naturale.

Altro accorgimento che può essere utile è dotarlo di un collare antiparassitario che sia resistente all’acqua, così che sia protetto da zanzare e flebotomi (in alcune zone la Leishmaniosi è endemica), oltre che da pulci e zecche.

Per concludere

Convivere con un cane in barca è possibile e succede più frequentemente di quanto si possa immaginare: quest’inverno, nel Marina dove siamo stati all’ormeggio, oltre Kiba, c’erano altri 9 cani, di varie taglie e razze, sulle barche e catamarani di persone che, come noi, vivono a bordo.

Anche navigando ci capita di incontrare cani a bordo delle barche, sia a vela che a motore.

Tutto quello che Kiba fa lo ha imparato quando aveva quasi due anni, e continua ogni giorno ad apprendere qualcosa di nuovo: i cani non smettono mai di imparare.

Dunque non avere timore di portare il tuo cane in barca con te, basterà un po’ di organizzazione preventiva e vi godrete una bellissima vacanza per mare!

E tu? navighi con un cane a bordo? raccontami la tua esperienza nei commenti!

… e i gatti in barca??? ho parlato anche di loro! QUI

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Valeria De Riso

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