Due ricerche svelano gli inganni dietro le composizioni dei cosiddetti “Diet food” per cani e gatti, ti racconto cosa è emerso.
Cosa sono i “Diet food“
I “Diet food” si distinguono per la loro formulazione “esclusiva”, nel senso che escludono alcuni alimenti, e vengono qualificati con diciture come “hypoallergenic”, “urinary”, “renal” “gastroenteric”, “hepatic” e similari.
Dovrebbero essere prodotti con una rigorosa selezione delle fonti proteiche con lo scopo preciso di trattare le intolleranze alimentari dei cani e dei gatti, grazie a quelle che sono chiamate “diete a eliminazione”.
Cos’è una “dieta a eliminazione“
La “dieta a eliminazione” consiste nel sottrarre gli alimenti sospetti di intolleranza per osservarne gli effetti, fino ad individuare l’alimento che genera il problema, sostituendo l’alimentazione abituale con cibi con cui l’animale non è mai venuto in contatto prima.
Sebbene la cosa migliore nel seguire una dieta ad eliminazione sia affidarsi alla cucina casalinga che permette di escludere con certezza alcuni ingredienti (e additivi!), a volte si utilizzano cibi commerciali o monoproteici – che (dovrebbero essere ) composti da un’unica proteina – o terapeutici che invece di contenere la carne tal quale, hanno nella loro composizione le proteine idrolizzate, vale a dire sottoposte ad un procedimento chimico che le rende “irriconoscibili” dal sistema immunitario e non provocano reazioni.
Sono diete che vanno seguite sotto il controllo di un veterinario esperto in nutrizione e per periodi limitati di tempo, perché possono portare a carenze o ad una sensibilità nei confronti dell’unica fonte proteica proposta.
Quando un Diet food è realmente terapeutico, quando lo non è, e quando è medicato
Tra gli alimenti commerciali per cani e per gatti esistono molte linee specifiche e consigliate per le più svariate situazioni e non tutti sono realmente terapeutici.
Quando un alimento è realmente terapeutico nella sua descrizione per legge (art. 18 Reg. 767/2009 dell’Unione Europea) devono comparire sempre:
- il tempo massimo per cui è possibile usare quel prodotto, perché può avere carenze o eccessi rispetto ai prodotti classici, nell’intenzione di risolvere una patologia, e non deve essere usati a lungo in modo da non creare problemi;
- la raccomandazione di chiedere il parere di un veterinario prima dell’uso o prima di prolungarne l’impiego.
Un cibo falsamente terapeutico non riporta queste indicazioni, ma solo dei riferimenti, fuorvianti, a specifiche problematiche o organi, come nell’esempio che compare nella foto qui sotto, dove è molto chiaro il riferimento ai reni del cane, ma non c’è nessuna indicazione terapeutica.
I cibi medicati invece sono contraddistinti da una grande banda blu centrale in etichetta, che indica la presenza di un farmaco e richiedono la ricetta medica del veterinario per poter essere acquistati. Inoltre sono in genere utilizzati per gli animali da allevamento.
Più di una ricerca ha svelato qualcosa di importante sui Diet food
Nel 2015 i ricercatori della Scuola di Scienza e Medicina Veterinaria dell’Università di Nottingham (UK), hanno pubblicato i risultati di uno studio (1) sull’autorevole rivista “Acta Veterinaria Scandinavica”.
In questo studio è stato analizzato il DNA delle proteine animali presenti in 17 marche molto famose di pet food, ed è emerso che in 14 di queste 17 marche il DNA presente corrispondeva solo in minima parte a quello pubblicizzato, di tutto il restante DNA non si è riusciti neppure a capire a che animale appartenesse, tant’è che nello studio si parla proprio di Mistery Meats, cioè carni misteriose.
Nel 2018 anche l’Università di Padova ha svolto una ricerca(2) sul pet food formulato specificamente per la diagnosi e la riduzione delle intolleranze alimentari in cani e gatti, quello che appunto viene comunemente chiamato “Diet food”.
I ricercatori hanno utilizzato un kit analitico per identificare le proteine animali in una serie di campioni di cibo per cani e gatti, umido e secco, presentato come monoproteico, perché destinato al trattamento delle intolleranze alimentari.
Da questa ricerca, passata “stranamente” in sordina, è emerso che solo 10 prodotti dei 40 analizzati avevano un contenuto conforme a quanto dichiarato in etichetta. I restanti 30 (cioè il 75% del campione esaminato!) è risultato invece contraffatto.
Nello specifico ecco i risultati emersi:
- 5 prodotti non contenevano neanche la proteina della specie animale dichiarata
- 2 etichette erano così vaghe da rendere impossibile una valutazione del loro significato
- 23 cibi etichettati come monoproteici rivelavano invece la presenza di proteine animali ulteriori, di specie diversa rispetto a quella dichiarata
- 13 dei 14 marchi analizzati presentavano almeno un prodotto etichettato in modo difforme rispetto alla sua effettiva composizione.
La presenza di proteine animali non dichiarate è stata riscontrata soprattutto negli alimenti secchi. Le fonti proteiche animali non dichiarate più ricorrenti erano il maiale, il pollo e il tacchino.
Questi risultati evidenziano una situazione molto seria relativa ai diet food, se si tiene conto della grande diffusione di questi illeciti e della gravità dei pericoli che ne possono derivare: 3 alimenti su 4, attualmente in vendita sul mercato italiano, espongono gli animali vulnerabili a un concreto pericolo di reazioni avverse, malattie e esiti fatali.
Purtroppo i controlli non sono abbastanza incisivi e le normative nebulose, così da permettere situazioni del genere.
Questo è il motivo per cui, non solo è importante saper leggere le etichette, ma anche affidarsi ad aziende che dichiarino in maniera trasparente che tipo di materie prime utilizzano e da dove provengono.
Se vuoi imparare a leggere le etichette sono a tua disposizione per una consulenza gratuita.
Scrivimi all’indirizzo info@secondonaturapetfood.it o compila il modulo che trovi nella pagina dei Contatti.
(1) Fonte Investigation into the animal species contents of popular wet pet foods